Il Sistema di coordinamento dell’emergenza
Cristian Braganti
Prima di procedere con un corso formativo all’interno del quale sono sviluppati diversi ambiti riguardanti la Protezione Civile, è opportuno delineare e descrivere alcuni concetti basilari in modo da permettere a tutti di avere una conoscenza di partenza comune.
Innanzitutto partendo dalla “legge madre” della Protezione Civile, la n°225 del 1992 modifica ed integrata dalla Legge n°100 del 2012, è importante sapere a quale compito si attiene questo servizio. L’articolo 3 ci afferma che “ sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi”. Da questo concetto è necessario specificare due termini:
soccorso e superamento dell’emergenza.
SOCCORSO: Insieme di tutti gli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi ogni forma di prima assistenza.
SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA: Consiste unicamente nell’attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.
E’ facile capire che in questi due termini ruota tutta l’attività della Protezione Civile. Attività che come detto deve essere coordinata e suddivisa in base a singoli campi di intervento. Su questa base si sviluppano i centri operativi (a vari livelli) composti da singole funzioni di supporto così come previsto dal famoso Metodo Augustus introdotto dal Dipartimento della Protezione Civile diversi anni fa.
Il Centro operativo è dunque organizzato in “funzioni di supporto”, ossia in specifici ambiti di attività che richiedono l’azione congiunta e coordinata di soggetti diversi. Tali funzioni devono essere opportunamente stabilite nel piano di emergenza sulla base degli obiettivi previsti nonché delle effettive risorse disponibili sul territorio; per ciascuna di esse devono essere individuati i soggetti che ne fanno parte e, con opportuno atto, il responsabile. In tempo ordinario sarà compito dei singoli responsabili mantenere vivo, e quindi efficace, il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto. Ovviamente in caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell’ambito della propria funzione di supporto.
Il coordinamento delle componenti del Servizio nazionale della Protezione civile, avviene, ai vari livelli territoriali e funzionali, attraverso il già citato Metodo Augustus, che permette ai rappresentanti di ogni “funzione” (Volontariato, Sanità, Telecomunicazioni, ecc.) di interagire direttamente tra loro ai diversi “tavoli decisionali” e nelle sale operative dei vari livelli (COC, COM, DICOMAC, ecc.), avviando così in tempo reale processi decisionali collaborativi volti alla gestione del SOCCORSO e al superamento dell’EMERGENZA.
Possiamo dunque distinguere i seguenti centri operativi:
Livello nazionale: Di.Coma.C. è la Direzione di Comando e Controllo, organo decisionale attivato nelle grandi calamità.
Livello Regionale: C.O.R. è il Centro Operativo Regionale, per emergenze che coinvolgono più province, è presieduto dal Presidente della Regione o suo delegato;
Livello Provinciale: C.C.S. (Centro Coordinamento dei Soccorsi), è l’organo principale a livello provinciale ed è presieduto dal Prefetto o suo Delegato;
Livello Provinciale/Intercomunale: C.O.M., è il Centro Operativo Misto. Possono essere più di uno e costituiti ad hoc al fine di essere il più possibile vicino al luogo dell’evento;
Livello Comunale: C.O.C. si intende il Centro Operativo Comunale. Questo è il primo livello operativo che interviene sul territorio ed è su questo che si basa il corso di Emergens.